Non si ferma il bombardamento israeliano sulla Striscia di Gaza, che è andato avanti anche venerdì notte, con attacchi via terra e via aerea.
Secondo quanto riferito dai media palestinesi, in un attacco al campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza, sono rimaste uccise almeno 18 persone.
Non si fermano gli attacchi di Israele
Continuano i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Nella notte sono diventati più intensi, mentre Hamas ha interrotto la tregua, lanciando razzi su Tel Aviv, anche se da settimane i nemici stavano lavorando a una nuova tregua.
I bombardamenti israeliani sono stati più intensi nella zona nord di Gaza. A Tel Aviv, le sirene hanno suonato e i razzi sono stati intercettati dalle difese israeliane. Le schegge sono cadute su una scuola ma i bambini non erano presenti nell’istituto al momento dell’attacco e non si sono registrate vittime.
Il braccio armato di Hamas ha affermato di aver colpito gli avversari in risposta all’uccisione di civili da parte di Israele.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso ancora una volta di combattere fino allo sradicamento di Hamas, il gruppo islamico che ha inviato combattenti oltre il confine nel sud di Israele il 7 ottobre, prendendo circa 240 ostaggi e uccidendo 1.200 persone. “Arrendersi o morire”, ha detto ad Hamas in un video diffuso dalle principali testate del Paese.
Hamas ha affermato che le fazioni palestinesi hanno preso una posizione unitaria secondo cui “non si dovrebbe parlare di prigionieri o di accordi di scambio, se non dopo una completa cessazione dell’aggressione“. Hamas e il gruppo militante della Jihad islamica hanno affermato di aver lanciato razzi e colpi di mortaio contro le forze israeliane ammassate sul lato di Gaza.
I residenti nel nord della Striscia di Gaza hanno spiegato che la zona al confine con Israele è stata completamente isolata, mentre i cecchini sparano a chiunque tenti una via di fuga. “È stata una delle notti peggiori in termini di bombardamenti dell’occupazione”, ha raccontato un residente di Jabalia. Al momento, si parla di 20mila abitanti di Gaza uccisi nel conflitto, ma il numero delle vittime è certamente più alto, visto che molti corpi non sono stati ancora recuperati.
L’allarme dell’Onu
La situazione più grave è data anche dal rischio di carestia, che cresce di giorno in giorno.
“Ho fatto questo negli ultimi 20 anni e più. Sono stato in Afghanistan, sono stato nello Yemen, in Siria, nel Sud Sudan, in Etiopia, nel nord-est della Nigeria. Ma non ho mai visto qualcosa di così brutto accadere così rapidamente”, ha spiegato in un’intervista Arif Husain, capo economista e direttore della ricerca presso il Programma alimentare mondiale dell’Onu.
L’associazione italiana “Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese” ha riferito che le forze israeliane avrebbero fatto irruzione in un centro di ambulanze in una cittadina nel nord di Gaza, arrestando i paramedici. L’Onu ha poi confermato che l’ultimo ospedale ancora operante nella zona nord della Striscia, ha smesso di funzionare senza poter accogliere i feriti.