Arrivano i primi risultati dell’esame autoptico effettuato sul corpo di Vanessa Ballan, la 27enne uccisa lo scorso martedì, 19 dicembre, nella sua casa di Riese Pio X, nel trevigiano.
Per l’omicidio della giovane, la stessa sera del delitto, è stato fermato un piccolo imprenditore kosovaro, Bujar Fandaj, 41 anni, residente ad Altivole, poco distante da Riese, che con la vittima aveva avuto una breve relazione. Lo scorso ottobre la ragazza lo aveva denunciato per stalking, ma Fandaj non era stato ritenuto così pericoloso, da imporre un provvedimento restrittivo.
L’autopsia sul corpo di Vanessa Ballan
È stata effettuata questa mattina, presso l’Istituto di Medicina Legale di Padova, l’autopsia sul corpo di Vanessa Ballan, la giovane mamma uccisa lo scorso martedì mattina mentre si trovava nella sua abitazione a Riese Pio X, provincia di Treviso. L’esame autoptico ha accertato che la 27enne è stata colpita da otto coltellate, una delle quali – la più profonda – al cuore. Prima di essere accoltellata, con una lama da 20 centimetri, la vittima è stata picchiata a mani nude. Ha provato a difendersi, come già evinto dalle ferite riscontrate sulle braccia della ragazza, ma non è riuscita a sovrastare la furia cieca dell’assassino.
Vanessa è morta in pochi minuti, per le coltellate inferte.
Gli indizi a carico del presunto killer
Qualche ora dopo il delitto, i carabinieri hanno fermato Bujar Fandaj, imprenditore kosovaro, che con Vanessa aveva avuto una breve relazione. Lei aveva poi deciso di troncare quel flirt, ma lui aveva continuato a perseguitarla, finché lo scorso ottobre la 27enne non aveva deciso di denunciarlo per stalking. La mattina dell’omicidio l’uomo si è recato a casa della vittima, ma la giovane non gli aveva aperto. Con un martello il 41enne avrebbe sfondato la porta finestra della villetta in cui viveva Vanessa Ballan e si era intrufolato in casa. Prima l’avrebbe colpita a mani nude, poi l’avrebbe accoltellata.
A carico del 41enne – fermato la sera stessa del delitto – sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza. In particolare i carabinieri hanno acquisito un video di sorveglianza di un’abitazione limitrofa a quella della 27enne, in cui si vede una persona con abiti simili a quelli sequestrati il giorno del delitto a Fandaj, mentre si aggira nella zona in cui si è consumata la tragedia. L’arma del delitto, trovata nel lavello della cucina, e parzialmente ripulita, è simile a una rinvenuta nella cassetta degli attrezzi dell’indagato, così come il martello utilizzato per sfondare la porta finestra e introdursi in casa della vittima.
L’esame autoptico ha anche confermato che Vanessa Ballan, già madre di un bambino di 4 anni, era incinta all’11esima settimana di gravidanza. L’esame del Dna sul feto dovrà ora confermare se il bambino fosse del marito della 27enne o dell’uomo fermato per il suo omicidio. La 27enne lavorava come commessa in un supermercato di Riese. Proprio lì, qualche mese prima, aveva conosciuto l’uomo che oggi è l’unico indiziato per il suo omicidio.